Un gioiello riscoperto. La colleggiata di Santa Maria Assunta a Lugnano in Teverina (Laurenti, Stef
- Laurenti, Stefania
- 21 lug 2015
- Tempo di lettura: 4 min
Riprendiamo la storia del piccolo borgo umbro di Lugnano in Teverina (vd. UPTERARTE di settembre 2012).
Il vero gioiello del paese è la chiesa collegiata di Santa Maria Assunta, gemma dell’arte romanica. La splendida facciata con il bel rosone e l’interno pervaso di misticismo con il presbiterio sopraelevato e un originale pavimento cosmatesco ben conservato sono le sue principali caratteristiche. Costruita tradizionalmente sul luogo di un precedente edificio religioso voluto da Desiderio re dei Longobardi, la chiesa attuale si fa risalire all’XI-XII secolo – comunque prima del 1230, secondo un’iscrizione murata nel portico.
L’accesso alla chiesa avviene attraverso una sola semplice porta. Un’aquila corona la cuspide del tetto.
La Facciata è a quattro spioventi e nella parte più alta sono presenti due oculi e un rosone circondato da 7 tazze in ceramica. Il grande rosone di tipo umbro (costituito da due ordini di colonnine doppie) è affiancato da bifore e da un rosoncino superiore; oltre ai consueti rilievi degli evangelisti e alla decorazione cosmatesca, il rosone è affiancato da due grifoni che aggettano sensibilmente dalla facciata. Il portico – a colonne tortili e lisce – ha una volta sorretta da costoloni, aperta lateralmente e sopra i 5 archi a sesto acuto sono visibili metope raffiguranti i quattro Evangelisti ed alcuni elementi musivi dei fratelli Cosmati: è l’elemento di maggiore originalità essendo sostenuto da quattro colonne e due semicolonne laterali sulle quali poggia un architrave; al di sopra cinque archi ribassati sorreggono la linea del tetto. Il portico è coperto da una semibotte su costoloni; mentre i lati sono aperti da una quadrifora e da una bifora; i capitelli delle colonne sono di tipo corinzio meno quelli della coppia centrale, tortile, e vi appaiono elementi figurati. Mentre la decorazione ad elementi cosmateschi dell’architrave e degli archi è quasi completamente scomparsa, rimane invece la ricca decorazione scultorea: sopra le colonne sono inseriti i bassorilievi raffiguranti i simboli degli Evangelisti; ai lati sono raffigurati animali ed esseri mostruosi, a bassorilievo sulla fronte, in forte aggetto nell’angolo destro; peducci variamente decorati sostengono la cornice di gronda da cui sporgono le testine da dove nascono i condotti di scarico. Gargoyles non sono gotici: la piccola testa in stile romanico sulla facciata di S. Maria Assunta, databile all'XI Secolo, ha una funzione piacevole; la mensola a testa di mucca sull’altro lato sicuramente non può sostenere molto peso, ed è principalmente decorativa. I fianchi della chiesa non presentano elementi decorativi. Sulla sinistra del portico e staccato da esso si eleva il campanile cinquecentesco. Insomma la fronte è un vero ricordo dell’antichità – non mancano resti romani nella zona, inclusa un’importante villa romana del periodo imperiale.
L’impianto interno è a croce latina, con tre navate divise da archi a tutto sesto e colonne sormontate da capitelli decorati. La navata centrale è coperta a botte, le laterali a crociera; il presbiterio è fortemente rialzato per contenere la cripta. Questa parte della chiesa è stata ripristinata nel secolo scorso per cancellare le modifiche eseguite nel Cinquecento.
Rimane da segnalare il pavimento cosmatesco, cominciando dall’ampia rota al centro del recinto presbiteriale: il percorso di accesso al presbiterio è sottolineato da due serie di tre rotae allacciate e divise da un elemento quadrangolare. Di fronte all’entrata si trova un elemento quadrangolare con cerchi nella direzione degli angoli che segna l’inizio del percorso processionale. Ai lati del percorso centrale il pavimento è coperto dal più semplice modello a tappeti di vario schema decorativo: una pavimentazione quadrata, poco più di un metro di lato, composto da due grandi losanghe concentriche con un cerchio al centro, e quattro cerchi più piccoli negli angoli restanti. Gli spazi tra le figure principali, e al loro interno, sono riempiti con mosaici tessellati intricati contrastanti – piccoli triangoli, losanghe e quadrati. La cripta – preceduta dalla schola cantorum – conserva un Crocefisso in alabastro del secolo XVI, a cui vengono attribuiti poteri miracolosi. L’accesso alla cripta avviene attraverso due porte poste ai lati di una struttura aperta da tre grandi finestre quadrate: le aperture sono incorniciate da un’estesa cornice decorata a tralci, con croci in corrispondenza delle architravi delle porte. La cripta è divisa in navatelle da quattro file di colonne con capitelli corinzi che sorreggono il tetto con la mediazione di un architrave. Le colonne sono dotate di capitelli variamente scolpiti con temi vegetali e geometrici: pur non essendo figurati, i capitelli si caratterizzano spesso per l’inserimento di faccine umane e protomi animali; interessante è anche l’esemplare “a cesto”. L’unico capitello figurato è rilevante per il suo rilievo che raffigura l’Eucarestia... la Chiesa e il peccato dell’Uomo, caratterizzati da notevole qualità e sensibilità volumetrica. Nella Chiesa sono inoltre custodite numerose opere di grande valore artistico: un trittico di Nicolò di Liberatore, detto l’Alunno, raffigurante l’Assunta e i Santi Francesco e Sebastiano, situato nell’abside, una Crocifissione di scuola giottesca recentemente rubata e, nella Cappella, una Decollazione di S. Giovanni Battista di Livio Agresti. Durante i restauri sono stati ripristinati arbitrariamente gli elementi dell’arredo interno: recinto presbiteriale, amboni, iconostasi. I due amboni sono stati ricomposti utilizzando lastre decorate a motivi cosmateschi e a rilievo. Di buona fattura sono le due lastre frontali, a morbidi tralci con leoni a sinistra, ad intreccio geometrico di nastri e fioroni a destra; dai primitivi amboni forse provengono anche le pregevoli lastre raffiguranti S. Giorgio che uccide il drago e la Visitazione poste sulla fronte dell’iconostasi. Anche il ciborio posto sull'altare è opera di ricostruzione.
Stefania Laurenti
BIBLIOGRAFIA
Archivio storico e notarile di Lugnano in Teverina.
Antico Statuto Comunale – lo “Statuta Communitatis Terrae Lugnani” del 1508.
FOTO

Facciata Collegiata

Aquila sulla cuspide del tetto

Decorazione architettonica del portico



Mensola del portico

Capitello del portico

Capitello del portico

Capitello del portico

Sgocciolatoi

Rosone e sua decorazione

Capitello della navata: tipo composito

Capitello della navata: tipo ad intreccio

Capitello della navata: tipo a foglie

Capitello della navata: tipo a punte di lancia

Capitello della navata figurato

Capitello della navata figurato: teste mostruose

Presbiterio e Ingresso alla Cripta


Lastre dell’iconostasi

Schola Cantorum
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