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Ricordi di viaggio

 

 

Dopo aver visitato nel 2012 la parte meridionale e ionica della Puglia, quest’anno ci siamo spostati verso quella settentrionale e adriatica per ripercorrere l’evoluzione del medioevo in questa regione. Partendo da Troia siamo andati alla ricerca delle migliori manifestazioni di questi due stili artistici del Medioevo italiano. La Cattedrale dell’Assunta a Troia è stata la prima folgorazione: la chiesa romanica, per quanto nella sua realizzazione abbia risentito dello stile pisano-orientale, è uno dei capolavori della Capitanata, non tanto per le proporzioni quanto per l’armonia della costruzione e per la ricca decorazione architettonico-scultorea esterna. Basti pensare al rosone – elemento architettonico di importazione – nel quale sono stati inseriti petali traforati che richiamano le transenne di origine bizantina molto utilizzate nel romanico pugliese; rosone dal forte simbolismo determinato dal numero delle colonnine e dei particolari trilobati che le sovrastano, e infine le porte bronzee (1119) opera di Oderisio da Benevento con cesellatura di grande vigore plastico e tecnica elaborata. Il giorno successivo il nostro comune amore per l’arte ci ha portato a Trani – dove nonostante la pioggia scrosciante e il vento a 70 km. orari – abbiamo visitato la Cattedrale di San Nicola Pellegrino. Purtroppo il tempo avverso non mi ha permesso di esaltare a pieno questo splendido esempio di architettura romanica normanna, la cui costruzione è legata alle vicende di San Nicola di Mira. Riparati all’interno però questo è stato esplorato in tutte le sue numerose fasi: dal sacello di San Leucio dalle rozze forme siamo saliti verso la chiesa di Santa Maria, lunga aula divisa da 22 colonne di spoglio in tre navate; dalla chiesa scendendo pochi scalini siamo entrati nella cripta di San Nicola pellegrino con colonne di marmo greco e capitelli elaborati; infine risalendo due scalinate opposte siamo giunti al grande edificio superiore sobrio, disadorno dove le uniche testimonianze dell’antico splendore sono quelle dei pochi resti del pavimento musivo nell’area presbiteriale sufficienti però a ricordarci quello della Cattedrale di Otranto e la porta centrale di bronzo opera di Barisano da Trani (1175) forse uno dei più interessanti esempi del genere nell’Italia meridionale. Al ritorno a Barletta ci siamo diretti, sempre colpiti dal vento, al Castello Svevo dalla forma quadrangolare con le caratteristiche torri-bastioni lanceolate e con una collezione di quadri e di oggetti molto particolare: uno fra tutti il famoso busto di Federico II di Svevia. Dal lungomare col vento che ci spingeva e ci portava via cappelli e ombrelli siamo entrati nel Museo Giuseppe De Nittis – figlio prediletto di questa città che lo ricorda con un bellissimo allestimento di un museo in suo onore. Il giorno successivo la nostra prima meta era Castel Del Monte: residenza di caccia degli Svevi, castello privato di Federico II, luogo di cultura scientifica e letteraria, nel quale architettura e scultura tradiscono influenze dell’edilizia francese e di quella cistercense oltre alla grande passione dell’imperatore per la classicità che ne fece la sede della sua renovatio che dal Sud si propagherà in tutta Italia... Quale fosse il suo utilizzo ancora non è dato saperlo, ma è una delle costruzioni più affascinanti famose e belle del nostro Paese! Di seguito ci siamo spostati a Ruvo di Puglia parte del Parco nazionale dell’Alta Murgia con la Cattedrale di Santa Maria, uno dei più noti esempi di romanico meridionale e con il Museo Archeologico Nazionale Jatta che è stato per il gruppo una vera scoperta: l’ingresso era gratuito e il piccolo Museo (4 sale) propone un esempio (l’unico in Italia?) di collezione privata ottocentesca rimasta tuttora inalterata dalla sua nascita: gli oggetti (bronzi, vasi, iscrizioni etc.) sono conservati in alcune stanze del Palazzo padronale Jatta e furono raccolti dall’archeologo Giovanni Jatta nei primi anni dell’Ottocento, numericamente arricchiti dall’omonimo nipote e poi ceduti allo Stato nel Novecento – sono circa 700 vasi di produzione greca o locale a figure rosse o nere alcuni di grande pregio. Di ritorno a Barletta ci siamo recati a visitare – finalmente aperte – la Cattedrale di Santa Maria Maggiore, situata nei pressi del castello, al quale volge le absidi gotiche, e la Basilica del Santo Sepolcro, eretta in forme gotico-borgognone alla fine del XII secolo, nei pressi della quale si leva il Colosso – gigantesca statua in bronzo, restaurata durante il Medioevo e nota a livello cittadino come "Eraclio", ma in realtà di incerta identificazione, e importante legame con la Terrasanta e il Sepolcro di Gesù Cristo. Il quarto giorno ci siamo diretti verso Bitonto e Bitetto sempre con una pioggia incessante e un vento freddo che ci hanno seguito passo passo per tutto il viaggio.  Bitonto famosa per la Cattedrale di San Valentino (e Santa Maria Assunta) in stile maturo romanico pugliese, con un ambone raffinatissimo e un sottostante percorso attrezzato in cui si possono ammirare i resti di 2 edifici precedenti di V e XI secolo (grifone): Bitetto il cui principale monumento è la Cattedrale di San Michele Arcangelo, uno degli esempi più puri del romanico pugliese. Arrivati a Molfetta una breve interruzione della pioggia ci ha permesso di passeggiare fra i vicoli barocchi della città vecchia e di scoprire un luogo straordinario: il Torrione Passeri, avamposto sul mare, costruito per difendere la città dalle incursioni moresche, dal 2003 – restaurato – ospita mostre di arte contemporanea con nomi italiani e stranieri, affermati o emergenti. Il torrione prospicente a nord sul mare, si presenta maestoso e compatto e dalla forma cilindrica di un mastio: le sue fondamenta sono gettate nell’acqua e sono martoriate senza pietà dalla tramontana, ma la parte superiore, dove c’è uno spiazzo ampio e confortevole (che fa da tetto) presenta una visione spettacolare. Da lassù infatti l’orizzonte spazia a largo raggio sul mare fino a 10 miglia marine e nelle giornate chiare – e non è stato il nostro caso – ci è stato detto dai custodi volontari, che l’occhio spazia fino a Trani e a Bari. La visita di Molfetta è continuata con il nucleo antico detto Isola di Sant’Andrea caratterizzato da una singolare pianta a spina di pesce, dove sorge il Duomo di San Corrado, la più grande chiesa a tre cupole in asse del romanico pugliese. L’ultimo giorno prima del rientro a Roma abbiamo visitato la Basilica di San Nicola a Bari: situata nel cuore della città vecchia, ma isolata e a poca distanza dal mare, è uno dei migliori esempi di architettura medievale pugliese ed è considerata uno dei prototipi delle chiese romaniche; fu costruita sul luogo del palazzo del catapano (governatore) bizantino e nella cripta conserva sotto l’altare centrale, il corpo di san Nicola, trasportato da 30 marinai baresi dall’Oriente.

In questi 5 giorni abbiamo visitato alcune delle Cattedrali più belle del Sud Italia e di questo particolare intensissimo momento architettonico – il Medioevo. Troia,  Ruvo, Trani, Bitonto, Bitetto, Molfetta, Barletta – ognuna caratterizzata da una chiesa esclusiva a suo modo per decorazione esterna e interna che le hanno rese tali. A fine viaggio ho chiesto ai partecipanti di stilare una classifica della Cattedrale più bella, ma nessuno è stato in grado di redigerla perchè i trafori, l’imponenza e la spiritualità di ognuna lo ha reso impossibile.

Ovviamente la Puglia ci ha salutato anche con il ricordo del suo ottimo cibo che abbiamo gustato pienamente: dalle orecchiette con le cime di rapa, alla cicoria con la purea di fave, alla pizza rossa farcita, al pesce fresco, ai formaggi prelibati.

 

Puglia

Edizione 2014

Il lungo Medioevo: romanico e gotico in Puglia

Stefania Laurenti

La seconda parte del viaggio in Puglia ripercorre l’evoluzione del Romanico nella regione. Visiteremo alcune delle Cattedrali più belle di questo particolare momento architettonico medievale italiano: Ruvo, Trani, Bitonto e tante altre saranno le nostre mete – ognuna caratterizzata da una chiesa esclusiva a suo modo per le decorazioni esterne e interne che la rendono tale. E infine il monumento clou: Castel Del Monte. La residenza di caccia degli Svevi, il castello privato di Federico II – luogo di cultura scientifica e letteraria, la sede della sua “renovatio” che dal Sud si propagherà in tutta Italia.

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