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Antinoo, il giovane favorito dell’imperatore Adriano (Mastrodonato, Emilia)

  • Immagine del redattore: preside713
    preside713
  • 9 mag 2012
  • Tempo di lettura: 2 min

La spettacolare Villa Adriana, complesso architettonico di assoluta perfezione tecnica, luogo concepito dall’imperatore Adriano come una piccola città, miracolo di forme e spazi, ospita in questi giorni all’interno del suo Antiquarium la mostra “Antinoo. Il fascino della bellezza” dedicata, per la prima volta, al giovane bitinio legato morbosamente all’imperatore Adriano[1]. L’esposizione, divisa in quattro sezioni, racconta, attraverso un vasto repertorio costituito da ritratti, rilievi, gemme e monete, la storia di Antinoo e il rapporto ossessivo con Adriano; circa cinquanta opere provengono tutte da villa Adriana, sebbene oggi siano conservate in vari musei del mondo o appartengano a collezioni private. Durante uno dei lunghi viaggi intrapresi con lo scopo di visitare le province dell’Impero, Adriano incontrò in Bitinia (nord ovest della Turchia) un bellissimo giovane di circa 13 anni che riportò con sé in Italia nel 125 d.C.: Antinoo. Il giovane proveniente da una famiglia di origine greca, rimarrà per sette anni al fianco dell’imperatore, accompagnandolo nelle visite ufficiali, dando adito a pettegolezzi nonché all’insofferenza dell’imperatrice consorte Vibia Sabina. Del giovane orientale le fonti ci forniscono scarse notizie, ma molti ritratti a lui dedicati dopo la morte ne hanno resa eterna la reale bellezza “definita” da grandi occhi languidi, sopracciglia arcuate, labbra carnose, un volto imberbe e perfetto incorniciato da una folta e morbida capigliatura. Antinoo morì nel 130 d.C. durante un viaggio in Egitto: la spedizione stava risalendo il Nilo quando a Besa (nell’antica Tebaide) il giovane cadde nel fiume annegando. Si parlò di circostanze misteriose, di fatale incidente, ma l’episodio suscitò scalpore e dicerie come quella che si fosse trattato di un suicidio o di un omicidio probabilmente finalizzato, con il suo estremo sacrificio, a salvare la vita del cinquantaquattrenne imperatore ossessionato dall’astrologia e al quale era stata predetta la morte entro l’anno. Lacerato ed esasperato dal dolore Adriano divinizzò il giovane amante, fondò sulla riva del fiume la città di Antinoopolis, istituì feste e giochi in suo onore. A lui dedicò un monumento scomparso del quale faceva parte l’obelisco ora posizionato sul Pincio. Lo sguardo sognante e la forma piena dei lineamenti vennero catturati dal marmo in numerosi ritratti del giovane attraverso uno stile che esprimeva dolore, sensualità, amore. Il volto di Antinoo ha attraversato indenne i secoli dando vita ad una vasta iconografia elaborata come modello di bellezza ideale, assoluta e romantica. La profusione di statue a lui dedicate ha reso il viso del giovane efebo uno dei meglio conservati dell’antichità. Una sezione della mostra – che rimarrà aperta fino al 4 novembre 2012 – è dedicata per la prima volta alla sensazionale scoperta dell’Antinoeion ubicato in prossimità dell’ingresso alla villa tiburtina e identificato con la ricca tomba di Antinoo nonché luogo di culto.

“Offro qui ai moralisti un’occasione facile per trionfare di me… I miei censori si apprestano già a scoprire, all’origine della mia sventura, le conseguenze d’un traviamento, il risultato d’un eccesso… La morte di Antinoo è un problema, oltreché una sciagura, per me solo…” da Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar.

Emilia Mastrodonato

Antinoo. Il fascino della bellezza, Tivoli (RM), Villa Adriana, 05/04/2012-04/11/2012

FOTO

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Busto di Antinoo

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Testa di Antinoo, bronzo

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Ricostruzione della SALA DELLE COLONNE DORICHE a Villa Adriana

Busto di Antinoo

[1] Cura scientifica della mostra è della Soprintendente ai Beni archeologici del Lazio Marina Sapelli Ragni.

 
 
 

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